(g.l.) «Il teatro stabile in lingua friulana è un diritto del popolo friulano. Gli sloveni, ad esempio, sono anni che ne hanno uno, e non capisco perché noi friulani non possiamo fare altrettanto. La valenza di un ente di questo tipo e la voglia da parte della nostra gente di partecipare ad un avvenimento come lo spettacolo che andrà presto a debuttare sono una cosa particolarmente bella, ed è un diritto». Lo ha sottolineato ieri mattina, al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, il sindaco del capoluogo friulano, onorevole Pietro Fontanini, in occasione della presentazione ufficiale dello spettacolo con cui sta per debuttare il Teatri Stabil Furlan – “La Cjase. Lagrimis di aiar e soreli” – che andrà in scena in prima assoluta sabato 29 maggio, alle 20, sul palco dello stesso Teatrone (per info e biglietteria: teatristabilfurlan.it).
La presentazione al Teatrone.
Alla presenza anche del presidente del Tsf, Lorenzo Zanon, e del direttore artistico dell’ente, Massimo Somaglino, dello scrittore Paolo Patui in qualità di ideatore del progetto, della regista Carlotta del Bianco e di Elsa Martin, in rappresentanza del cast artistico, l’incontro ha voluto dare, dunque, il giusto peso alla nascita di una realtà che per troppo tempo è mancata nel novero della cultura friulana. Oltre alla puntuale rivendicazione del primo cittadino udinese, anche Zanon ha infatti pigiato sullo stesso tasto, sottolineando che questa «è un’occasione storica. Siamo qui a presentare la realizzazione di un sogno che viene da lontano, portato avanti con tenacia, caparbietà e grande forza. Un grazie va a tutti gli enti che hanno aderito al nostro appello: il Comune di Udine, l’Arlef, la Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine, l’Accademia Nico Pepe, il Css, la Filologica Friulana e l’Istitût Ladin Furlan. Sono tanti i progetti in corso che ci permetteranno di essere presenti in diverse occasioni e appuntamenti. Saremo ad esempio al Far East Film Festival con un progetto sul “Pilota di Hiroshima” in occasione dei cento anni dalla nascita di Luigi Candoni, a Mittelfest con un’anticipazione di quel che faremo il prossimo anno su Carlo Michelstaedter e altre iniziative su cui stiamo lavorando e speriamo di realizzare, come la messa in campo di un festival di teatro nelle lingue minoritarie d’Europa, nell’intenzione di esportare il Tsf oltre i confini regionali e nazionali».
Siro Angeli
Entrando nel vivo della realizzazione artistica del lavoro teatrale – appunto, “La Cjase. Lagrimis di aiar e soreli” -, Paolo Patui ha rimarcato quanto sia «indispensabile raccontare che il teatro in lingua friulana ha una sua tradizione drammaturgica importante. Nominato direttore artistico del nascente Tsf, era necessario mettere in campo uno spettacolo con un grande autore del Novecento. Abbiamo così scelto la sua prima scrittura teatrale dalla Trilogia Carnica, “La Casa” di Siro Angeli, caratterizzata da una scrittura essenziale, secca, asciutta e quindi vera. Abbiamo svolto un importante lavoro di traduzione, riduzione e adattamento, io e Carlotta del Bianco assieme a Paolo Sartori. Usiamo un friulano moderno, per evitare di relegarlo al passato e per guardare a un pubblico nuovo, che si allarga per andare oltre il solito cerchio degli appassionati».
La regista Carlotta Del Bianco, ricordando le difficoltà dovute alle contingenze pandemiche, tutte brillantemente superate, ha ricordato quanto «abbiamo a lungo lavorato sul testo, la parola, con l’improvvisazione, il lavoro di gruppo, con una vera e propria compagnia di giovani e professionisti. Un lavoro curato per un testo che parla di emigrazione, di vita e mal di vivere, amore e incesto, pazzia di ieri e di oggi. La nostra storia, una storia attuale. Siro Angeli si toglie dalla tradizione folcloristica e usa queste tematiche per raccontarci altro, una narrazione e un destino comune, non solo friulano, ma europeo e mondiale». Chiude il cerchio Elsa Martin, cantante e compositrice alla prima esperienza come attrice protagonista, nel ruolo di Madalene, autrice tra l’altro della colonna sonora della pièce: «Una delle più belle esperienze di quest’anno, con la possibilità anche di mettere mano ai suoni, a quello che costituisce l’atmosfera di effetti, rumori e silenzi. Una partitura musicale aderente alla sostanza e al contenuto dell’opera. Una colonna sonora fatta di parole e rumori, materici, per sonorità anche aspre, ruvide, concrete e terrigne, ad esprimere l’essenza di questa casa che tende a sgretolarsi. Queste entreranno a dialogo con le voci, con la partecipazione di tutti gli attori. Voci che incarnano le anime, dei vivi, dei morti e dei mai nati, come vuole la vicenda».
Ecco una foto di scena.
Il cast di “La Cjase. Lagrimis di aiar e soreli”, per la regia di Carlotta Del Bianco, è composto da Elsa Martin nel ruolo di Madalene, Caterina Bernardi in Mie, Manuel Buttus in Toni, Caterina Comingio in Rose, Alessandro Maione in Pieri, Paolo Mutti in Just, con la partecipazione straordinaria in video di un attore di grande esperienza e carisma come lo sloveno Vladimir Jurc. Marta Riservato assistente alla regia, costumi a firma Sart’è, scenografie di Luigina Tusini e visual design di Marino Cecada e Massimo Racozzi. E ora l’appuntamento, come si diceva, è per sabato prossimo 29 maggio, alle 20, nella splendida cornice del Teatro Nuovo Giovanni da Udine. Sarà, sicuramente, un grande debutto!
Per info e biglietteria:
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In copertina, la bella immagine scelta per la cover del lavoro teatrale in lingua friulana che debutterà sabato.